Sono stata aspramente criticata per le parole di saluto, o congedo se meglio preferite, spese per Stefan De Vrij con tanto di ringraziamento. Ci tengo a precisare che non ho difeso, e mai lo farò, l’uomo con il suo comportamento, bensì il calciatore. L’olandese non merita insulti, peggio ancora auguri di un qualche malanno e vi spiego perché.

Lazio-Inter finisce tra le lacrime, in primo piano quelle del difensore. Sui social subito si è scatenato il “giorno del massacro” da parte di tantissimi laziali. Io non ho creduto nemmeno per un secondo alla messinscena studiata ad arte, soprattutto da parte di Stefan che, forse per la geografia nordica, non ha mai manifestato apertamente le sue emozioni.

Sinceramente non sono interessata alla corsa ai like, agli apprezzamenti e non sono incline ad istigare l’odio come molte testate accreditate stanno facendo per qualche forma di visibilità, perché sembra che sia proprio l’odio a far vendere.

Ecco perché difendo De Vrij, vi dò parecchi buoni motivi:

– Inizio col porre l’accento sul fatto che non abbiamo perso a causa del rigore, ma dopo di esso. Inzaghi è corso ai ripari perché a livello emotivo era facile empatizzare con Stefan ed ha scelto di sottrarlo ad una “gogna pubblica” visto che da quel momento in poi,  lo stato d’animo avrebbe portato solamente a tensioni ed errori grossolani.

– Accordo con Icardi? Una suggestione “complottista”, in quanto il capitano nerazzurro, non credo abbia avuto il solo pensiero di compromettersi un “qualche pezzo del corpo” diventando vittima di una entrata killer.

– Nel primo tempo alla sua promessa “sposa” non ha concesso nulla, al contrario di Luiz Felipe Ramos che ha vissuto una serata totalmente “storta”.

– “Eccesso difensivo”. Dove nasce l’azione che ha portato Stefan a commettere un simile errore? Una defaillance a centrocampo e come molti hanno sottolineato, lo sbaglio più grande lo ha commesso proprio Thomas Strakosha.

– Non farlo giocare? Sarebbe stata una scelta scellerata. La pressione psicologica è stata solamente innescata dal comportamento poco etico dell’Inter, ma per 70 minuti, De Vrij non l’ha patita.

– “Ingenuità di Lulic”. Sino a quel momento, il capitano biancoceleste aveva condotto una partita esemplare, lo sottolinea anche un improvvisato Tiki-taka con Anderson a tutta velocità. Siccome sbagliano tutti però, anche Senad ha commesso un errore di troppo che ha affossato ancora di più la Lazio nel suo solito blackout.

-Ma la ragione per cui difendo Stefan, è che nonostante la firma non sia arrivata a gennaio, ha continuato a lottare tra le nostre fila senza mai tirare indietro la gambetta e lo dimostra il fatto che ha concluso proprio con la Lazio la sua migliore stagione in carriera.

Non è assolutamente mia intenzione fare “scarica barile” e soprattutto non è mia intenzione difendere De Vrij incolpando il nostro capitano che è solo da applausi, o Strakosha che ha giocato una stagione intera su tre fronti senza mai un ricambio.

Ci tenevo solamente a spiegare il perché di un saluto malinconico verso il numero 3 biancoceleste e la grande apprensione nel non riuscire ad immaginare un sostituto all’altezza.

Stefan ha dato tanto alla Lazio, è stato baluardo della retroguardia, un “muro”, un calciatore applaudito più volte e, proprio come a Crotone, ha sempre figurato tra i migliori in campo.

Un errore non può inficiare gli anni capitolini, quando con ansia aspettavamo il suo ritorno perché senza di lui, il reparto era “vuoto”.

Per tutto questo, nonostante le critiche, mi sento di dire ancor di più: grazie Stefan

 

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